Diary of an Imaginary Traveller

giovedì 27 febbraio 2014

ZIPPERMAN PARTE PRIMA, segmento 1



La Grande Cerniera Nel Cielo. The great zip in the sky.

(commento musicale a cura dei Pink Floyd)




Una notte successe una cosa che noi tutti chiameremmo insolita.

Ma Zipperman non poteva sapere se fosse insolita o no naturalmente...(e poi che c'entra Zipperman? Non era neppure nato!)

Nel cielo si materializzò una grande cerniera. Una distorsione spazio temporale? Un modello stravagante di nave spaziale? Non fu mai appurato. 
Sta di fatto che la cerniera cominciò delicatamente ad aprirsi: il cursore si spostava inesorabile verso il basso liberando dall'abbraccio i gancetti delle due parti, separando una metà dall'altra in modo netto e apparentemente irreversibile (quel suo essere cerniera, però, portava a supporre il contrario...)

Col passare del tempo e con il lento ma deciso avanzare di questo misterioso fenomeno, fu chiaro a tutti che doveva succedere dell'altro. 
Da dentro infatti (dentro dove poi, boh!), dietro la cerniera insomma, si notava una protuberanza, una certa pressione: qualcosa o qualcuno spingeva per uscire! 


The Great Zip In The Sky.  -  To be continued - (Copyright Monica Menozzi)









mercoledì 26 febbraio 2014

Zipperman.


Zipperman è uno che c'azzecca poco. 

Lo si vede subito, basta guardarlo. Intanto non è Superman anche se il nome ha qualche assonanza. E' uno che vive con mille domande addosso, mille perchè, mille angoscie. Certo, capirci poco, o niente del tutto, è davvero brutto. A meno che non sai veramente un tubo e vivi felice nella tua ignoranza. Zipperman invece, è uno che sa di non sapere. Una vittima della propria ignoranza consapevole. Se è vero che "ignorance is not excuse", l'ignoranza non è una scusante; è anche altrettanto vero che dovrai scusarti a vita per la tua ignoranza.

Veramente Zipperman avrebbe molto poco di cui scusarsi: in fin dei conti non può sapere proprio un bel nulla, nulla di nulla: è stato scodellato su questo mondo da una cerniera primordiale. 

Ok allora tutti pronti a fare i simpaticoni e sfoderare della facile ironia...OK , OK, NON E' NULLA DI QUELLO CHE STATE PENSANDO OK??? Venir fuori da una cerniera, così, tutto di un botto, alla fine è come essere catapultati sulla terra dal raggio cosmico, come Mr. Bean...
Sono c...avoli tuoi: sei da solo in un mondo sconosciuto (per non dire ostile), non sai niente, niente di niente e quello che comincerai a prendere sono sicuramente tante belle mazzate.

Nessuno ricorda i primi momenti di Zipperman. Non c'è alcuna documentazione.
Dovremo accontentarci di un nebuloso flashback, di un alone di memoria che lui stesso definisce quasi totalmente inaffidabile. Sono solo sensazioni, rivestite di colori, suoni, immagini ricostruite in base a pochi elementi. 
Quello che sicuramente sappiamo è che si è al più presto a dotato di misure protettive: un casco, per evitare di essere colpito da qualsiasi cosa ti può in effetti cascare addosso accidentalmente oppure che qualcuno ti lancia addosso e ti colpisce sulla testa....nel caso di Zipperman poi è ancora più importante essere protetti perchè non ha un cranio, qualcosa di rigido dentro o dei capelli che possano attutire l'impatto. Poi ha trovato degli occhiali per filtrare la luce troppo forte alla quale non è abituato, certo dall'altra parte, dentro, dietro la cerniera c'era molto buio. (io sospetto che alla lunga si scoprirà qualche funzione extra di questi occhiali, tipo vedere nel buio, o vedere a raggi-x come nelle pubblicità sui giornaletti dei maschi, quelli della DITTA SAME che vendeva per corrispondenza e che prometteva che indossando i suoi occhiali si potevano vedere le donne nude, oltre i vestiti...) ma questa cosa delle funzioni extra si saprà eventualmente a tempo debito.

Per ora direi che ci basta sapere qualcosa su di lui... e chiederci se ci interessa sapere qualcos'altro. Quello che posso veramente affermare col cuore, sin da ora, ma solo perchè lo conosco a sufficienza ormai, è che Zipperman ce la metterà tutta. 
Non è uno a cui piace piangersi addosso, del resto. 
:D Alla prossima!


martedì 25 febbraio 2014

WHAT ABOUT AN ENDLESS DREAM?


  Tutti gli illustratori prima o poi si imbarcano per un viaggio in un altra dimensione. Mollano gli ormeggi, staccano i piedi da terra e via che partono per inesplorati spazi solitari. Possono restare via ore, giorni, mesi, anni...o alcuni anche per tutta la vita. Questi ultimi, se continuano a fare gli illustratori, sono i più fortunati perché mandano a casa lavori fantastici: non perdono mai la vena creativa (che infatti è costantemente rinnovata e stimolata grazie al fermento di tutta quell'attività di osservazione, in perenne viaggio, magari nello spazio-siderale, sintonizzati su frequenze aliene).... e funzionano come perfetti traduttori di linguaggi e codici ancora tutti da scoprire e decifrare: ecco, quelli sono gli illustratori geniali.
 Ma non è sempre bello il posto in cui finiamo. A volte è fin troppo freddo silenzioso e tremendamente vuoto. Può capitare che ci si senta molto soli... e infatti tantissimi si perdono, addirittura!


Il nostro è uno strano lavoro. E' un sogno infinito. La sete di nuovi stimoli porta a vedere tantissime cose e spesso esageriamo e facciamo indigestione da imput visivi. Un miliardo di immagini che il nostro cervello sa decodificare perché abbiamo imparato il loro linguaggio, ci parlano da ogni possibile angolo verso il quale rivolgiamo il nostro sguardo. E' come stare nella Torre di Babele!
Troppo rumore, troppo da capire, troppo da tradurre. Troppo da imparare!
Eh già, siamo sempre stati pronti ad imparare. Se così non fosse non sapremmo leggere e parlare tutti questi linguaggi. E allora basta, si stacca la spina, si molla la zavorra e si parte...finalmente il silenzio! 

La tendenza al sogno ad occhi aperti, all'inspiegabile assenza di tempo e spazio ci accompagna da sempre. Sin da bambini potevamo stare ore a cercare figure di animali nelle nuvole o visi nelle crepe dei muri... Quei momenti di improbabili congetture, supposizioni e sospensioni, di connessioni strampalate sono il momento in cui il nostro mondo si compone: vediamo interi progetti che si spiegano dinnanzi a noi definiti in ogni particolare, complessi e completi, come se fossero reali. 
Bisognerebbe disporre di un materializzatore però perchè spesso quei sogni e progetti perfetti non si realizzeranno mai: sono troppi e stiamo già partendo per un altra avventura.

Insomma la situazione è delicata: o ci si fa sommergere da una realtà pressante e spersonalizzante o ci si smaterializza da sè...il risultato è che fatichiamo a trovare una terra di mezzo dove stare in pace ed essere sognantemente concreti. O concretamente sognatori.

Questo blog nasce dalla necessità di trovare un posto, un paradiso, con tanto di coordinate, dove rifugiarmi... restando però tutto sommato ancorata a terra, un posto raggiungibile non solo da me ma anche da chi vuole venirmi a cercare.
L'impegno è quello di venirci una volta al giorno, mettere un disegno, parlare di un progetto. Uno spazio dedicato. riservato ma accessibile. 
Non vorrei mai trovarmi a vagare da sola nel freddo spazio siderale, persa nella mia fantasia, per troppo tempo....mentre intanto i miei progetti aspettano invano e io vado vado vado non si sa bene dove.

L'illustrazione qui sopra è uno sketch che ho fatto per provare il programma Mischief. Tutta la prova e il report possono essere letti sul blog dell'Associazione Autori di Immagini a questo link: http://ai-lunchbreak.blogspot.it/2013/06/what-about-endless-dream.html